Liberamente ispirata ai “Quattro Quartetti” di T.S. Eliot, questa performance invita lo spettatore a un profondo viaggio attraverso il tempo, la memoria e l’eterna ricerca di un significato spirituale in un’esistenza in continuo mutamento. Concepita come un’ode al vento, una forza invisibile ma onnipresente che, al pari del tempo stesso, modella e travolge ogni cosa, la coreografia cerca di svelare un punto di stabilità in questo divenire incessante. È la ricerca di un luogo dove il tempo e il vento possano trascendere la loro natura apparentemente distruttiva, rivelando una quiete profonda, un “punto immobile” al centro del vortice inarrestabile della nostra esistenza.
Attraverso l’incessante soffio del vento, reso visibile e tangibile dal movimento dei corpi, la performance ci invita a percepire questa costante che, pur portando cambiamento e apparente distruzione, si rivela anche un potente veicolo per la riflessione e la rivelazione. È in questo flusso continuo che possiamo ascoltare le voci del passato, comprendere la fugacità del presente e intuire la sottile ma potente presenza dello spirito che informa tutta l’esistenza. Memoria, oblio, fragilità, nostalgia, conflitto e speranza sono le parole chiave che non solo hanno plasmato il percorso creativo dei danzatori, ma che guidano attivamente il pubblico nella ricerca di questo ineffabile punto immobile.
Coreografie Claudio Malangone
Autori/Interpreti Adriana Cristiano, Sabrina De Luca, Noemi De Rosa, Alessia Muscariello, Maite Rodgers, Pietro Autiero, Alessandro Esposito, Loris Vestuto, PierFrancesco Vicinanza
Musiche Franz Schubert
CostumiBorderlinedanza
Segretaria di produzione Hanka I. Van Dongen
Project Manager Maria Teresa Scarpa
Produzione 2025 con il sostegno del MIC, Regione Campania